giovedì 23 gennaio 2014

"Leggere" il contenuto dei disegni

Molto spesso i genitori e le persone che lavorano con i bambini, hanno a disposizione un materiale molto importante per capire il mondo interno del bambino: i loro disegni. Ma come si fa a "leggerne" il contenuto? 
Ecco due elementi di fondamentale importanza: Il cielo: il luogo del potere, è li che i bambini pongono le cose che hanno valore.
La terra: a volte non troppo lontana dal cielo,altre volte molto distante, è ciò che attiene alle radici, è il luogo delle basi, più o meno sicure, su cui poggiare i piedi. E’ il luogo degli incontri con le persone di famiglia, con gli altri bambini e con gli animali. A volte sotto il cielo c’è soltanto l’acqua del mare, calma o tempestosa, ricca di navi o piccole barche, azzurra di energia o scura e popolata nel profondo.
Leggere i disegni dei bambini significa capire  ciò che essi vogliono esprimere e comunicare. Leggere vuol dire ascoltare, attendere, chiedere, osservare. Per decodificare  e comprendere il linguaggio ci vuole metodo:
-nel porgere le domande;
-nell’ascoltare;
-nel rispettare i tempi di elaborazione del bambino;
-nel rispettare i suoi silenzi;
-nel trovare gli stimoli adeguati perché il bambino possa  comunicare la ricchezza del suo sentire.

Fonte:"Amarli non basta" Annamaria Parsi

mercoledì 15 gennaio 2014

Il linguaggio dei segni

Attraverso i disegni i bambini raccontano di sé, della loro crescita, dei loro segreti, delle loro famiglie, dei loro amici e delle loro fantasie. E’ quindi molto importante imparare a conoscere i bambini attraverso i loro disegni e la spiegazione che essi stessi ne danno. 
Nell’acquisizione del linguaggio verbale, il bambino procede, prevalentemente per imitazioni: riproduce un codice socialmente condiviso e si adegua ad uno schema convenzionale. Attraverso la produzione grafica, invece emergono soprattutto la qualità e le capacità personali del bambino di inventare  un proprio codice espressivo. Questo rende il linguaggio  speciale, attraverso il quale è possibile dialogare e conoscere  il bambino nella sua unicità e individualità. Molti disegni  appaiono incompleti, ma prima di dare un valore psicodiagnostico  a queste omissioni , è importante conoscere  le modalità  rappresentative di molti bambini, che disegnando si raccontano mentalmente storie complesse.

Fonte:"Amarli non basta" Mariarita Parsi

venerdì 10 gennaio 2014

Elementi grafici per la valutazione della figura umana

La mia famiglia
Vi propongo alcuni elementi sui quali porre attenzione per valutare la figura umana! Bisogna sempre ricordarsi però che per valutare i disegni, è importante considerare l'età, il livello di integrazione intellettiva ed emotiva del bambino, il suo sviluppo fisico, l'ambiente familiare e sociale in cui è inserito e l'appartenenza al contesto culturale e religioso!


·testa: i bambini tendono di solito ad accentuare     la circonferenza della testa, senza che sia esageratamente grande. 


·faccia: è raro che i bambini omettano di disegnare i tratti facciali.


·bocca: di frequente i bambini tracciano una linea curva rivolta verso l'alto.


·occhi: solitamente sono i primi ad essere disegnati dai bambini entro il cerchio della testa. Frequentemente disegnano "occhi vuoti senza pupilla" (o con la pupilla appena accennata). Ciò riflette immaturità emotiva, dipendenza, egocentrismo, normali nel bambino fino a 5/6 anni.


·collo: può essere tralasciato nei bambini di età inferiore a 8/9 anni, mentre può essere presente in quei disegni di bambini che, pur avendo un'età inferiore, padroneggiano i propri impulsi. Dopo 8/9 anni il collo dovrebbe essere sempre rappresentato, altrimenti è segno di immaturità, regressione, scarso controllo degli impulsi.


·braccia e mani: dopo i 6 anni l'assenza di braccia e mani può essere segno di ritrazione del bambino da un ambiente frustrante e quindi denotare tristezza, passività. Dopo i 10 anni è assai raro trovare disegni di figure umane prive di braccia.


·gambe e piedi: sono i simboli di ciò che si riferisce al movimento. L'omissione di piedi dopo 7/8 
anni rivela carenza di fiducia in se stessi, mancanza     di  stabilità.


·tronco: è disegnato solitamente dopo i 4/5 anni.


·organi sessuali: normalmente non sono indicati (fanno eccezione i bambini in età edipica e più frequentemente gli adolescenti). Per differenziare i sessi i bambini ricorrono più spesso a tratti esterni, come acconciatura, abbigliamento, oggetti personali.


·vestiti: sono usati dai bambini in modo limitato (compaiono due o tre indumenti) e servono a nascondere o ad accentuare parti del corpo. Alcuni bambini, più grandi, possono disegnare una figura umana stilizzata (per esempio, l'omino fatto con due cerchi e quattro righe) o geometrica (robot, marionette, ecc.) oppure sotto forma di caricatura (per esempio, personaggio dei cartoni animati o pagliacci). Si tratta per lo più di soggetti egocentrici con difficoltà nei rapporti sociali.



 
Fonti:
http://www.humantrainer.com/articoli/disegno-
infantile-scarabocchio-figura-umana.html


Immagine: google


Parametri di valutazione del disegno


A. interpretazione analitica:
o    il corpo
o    gli abiti e gli accessori
o    gli elementi ambientali.

B. interpretazione sintetica:
o    impressione globale
o    ordine di esecuzione e sesso delle figure
o    età e tipo di personaggi disegnati
o    presenza del dettaglio
o    "lapsus grafico" (un elemento che compare al posto di un altro)
o    condensazione (fusione tra due o più figure e/o oggetti)
o    presenza di bizzarrie (con carattere onirico e fantastico)
o    cancellature e correzioni
o    assenza di elementi costitutivi del disegno
o    colorazione o non colorazione del disegno
o    ripetizione di un determinato numero (es. 4 fiori, 4 case, ecc.)
    presenza di simboli (miti, fiabe e produzioni fantastiche

 Quando si vuole interpretare il materiale grafico di 

 un bambino, bisogna adattare la lettura dei 

 parametri all'età del bambino.



Fonte:


http://www.humantrainer.com/articoli/disegno-

infantile-scarabocchio-figura-umana.html

venerdì 3 gennaio 2014

lunedì 30 dicembre 2013

Il disegno : uno strumento potente per comunicare




Ritengo che questi esempi siano molto importanti per sottolineare quanto il disegno riesca a comunicare le emozioni e gli stati interiori di un bambino.

Giovanni, sei anni. La sua famiglia era stata percorsa da un grave lutto, il fratello di Giovanni era morto in un incidente stradale. Questa grave, drammatica perdita i suoi familiari, ma soprattutto la madre, non erano riusciti ad elaborarla per diversi anni. Pertanto in quella famiglia erano stata cancellate le feste, come il sorriso e la gioia. Questa cupa atmosfera si evidenziava nei primi disegni del bambino il quale si sentiva chiuso, ma anche quasi "cancellato" dentro una realtà angosciante e cupa. 

Fonte:

http://www.cslogos.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=140:i-disegni-dei-bambini-raccontano&catid=18&Itemid=157

Lampedusa la tragedia nei disegni dei bambini:



Una barca carica di somali ed eritrei















Il mare da cui spuntano le braccia di chi chiede aiuto

Le crocette rappresentano le vittime




lunedì 23 dicembre 2013

Temi riccorrenti



Nel disegno libero il bambino rappresenta volentieri ciò che ama e ciò che teme, ciò che lo interessa, ciò cui aspira.
La casa è uno dei temi più rappresentati: essa simboleggia il rifugio, il calore familiare. Può essere accogliente, con un viale fiorito, grandi aperture verso l'esterno, tendine colorate alle finestre, un camino che fuma, tutto insomma che indica che la casa è abitata e che la vita all'interno si svolge serenamente. Ma la casa può anche essere respingente, senza colori, con finestre minuscole, senza il comignolo, senza entrata e con un viottolo di accesso chiuso. Possono anche esserci siepi, muri di cinta che la isolano dal resto del mondo. La casa respingente ha significati diversi a seconda dell'età: tra i 5 e gli 8 anni, indica timidezza e attaccamento alla madre. Dopo gli 8 anni sentimento di inferiorità e isolamento.
Quando la famiglia è disunita, la casa è divisa in due, spesso ha anche due diverse entrate: una parte della casa simboleggia la vita familiare imposta, l'altra la famiglia vera. Quando invece di avere la solita forma la casa è un castello, può esser o il rifugio ideale se ha forme e colori attraenti, oppure la prigione, oppressiva, quando ha un aspetto cupo e cadente.
Anche il sole compare spessissimo nei disegni infantili: per alcuni studiosi il sole è il simbolo del padre ideale. Quando i rapporti tra padre e figlio sono buoni, questa immagine brilla nella sua interezza, se i rapporti non sono buoni, il sole scompare dietro ad una montagna, oppure ne compare una pallida fetta all'orizzonte.

L'inserimento di uno o più animali in un disegno può avvenire per motivi diversi; può darsi che il bambino viva a contatto con animali (es. campagna), ma se nella realtà l'animale non esiste e tuttavia nel disegno gli viene dato grande risalto, può essere che il bambino, non osando raffigurare sé stesso in una situazione che lo colpevolizzerebbe, preferisca proiettare i propri sentimenti, atteggiamenti e desideri sull'animale e far svolgere a lui la parte che egli non ha il coraggio di fare. Un bambino, per esempio, può esprimere più o meno inconsciamente, la sua aggressività verso il fratellino più piccolo, e contemporaneamente il senso di colpa che ne deriva disegnando un lupo che minaccia il piccolo nella culla, mentre i familiari accorrono per ammazzare il lupo.

L’autoritratto che il bambino disegna esprime la percezione che egli ha del suo corpo e dei suoi desideri. Se un omino è armonioso nel suo insieme, ci sono delle buone possibilità che il bambino in questione sia ben adattato. Al contrario, se l'omino è di dimensioni molto ridotte e nel foglio è situato in basso o in un angolo, ciò può significare che il bambino sottovaluta sé stesso e si sente inferiore agli altri. Anche l'assenza di mani e di braccia può essere sintomo di sottovalutazione e d’insicurezza. Il bambino che ha una stima smisurata di sé, disegna l'omino di proporzioni enormi. Il semplice disegno di un omino quindi, inserito o meno in un contesto, può fornire interessanti indicazioni sulla personalità del bambino. Si possono trarre informazioni sull'immagine che il bambino ha del proprio corpo in base alla presenza di certi dettagli e al modo in cui le varie parti del corpo sono sviluppate o tralasciate: se il bambino ha un’imperfezione fisica, questa è spesso raffigurata ed enfatizzata, ad esempio il sordo curerà la parte del disegno riguardante l'orecchio, il poliomielitico l'arto colpito e così via. Un comportamento sintomatico, ma opposto, può essere il tralasciare in maniera clamorosa proprio la parte colpita.
Un'estensione dell’autoritratto può essere considerata la rappresentazione del gruppo dei coetanei. Infatti, disegnando un gruppo di bambini il soggetto finisce per proiettare la sua posizione reale nel gruppo (leader, gregario, isolato) e i suoi rapporti con gli altri bambini. E' molto differente se il bambino disegna sé stesso al centro di un girotondo o come uno dei tanti che fanno parte del cerchio. I disadattati si pongono ai margini del gruppo o addirittura si rappresentano completamente soli.

La famiglia:ogni bambino ha un suo particolare modo di vivere i rapporti con gli altri membri della famiglia, che dipende oltre che dal suo temperamento, anche dal sesso e dalla posizione che occupa nella gerarchia familiare. I componenti di una famiglia affiatata sono generalmente rappresentati mentre svolgono insieme un'attività comune o si tengono per mano. Il bambino disegna sé stesso vicino al personaggio con cui si sente più a suo agio o che ama di più. Se al contrario un bambino pensa per esempio che la sorella sia più amata dai genitori, disegna la bambina in mezzo alla coppia e colloca sé stesso in un'altra parte del foglio lontano dal gruppo. Quando un bambino si sente completamente isolato dagli altri membri della famiglia, li separa in vario modo: collocandoli ognuno in una stanza diversa, separandoli con linee verticali o orizzontali, o altri elementi come alberi, steccati, ecc.
Il personaggio valorizzato è spesso il primo ad essere disegnato, perché è il primo a cui il bambino pensa e su cui concentra la sua attenzione. Le dimensioni del personaggio principale sono quasi sempre superiori a quelle degli altri; è anche il più curato nei dettagli, ha più accessori di prestigio come la pipa, la borsetta, la collana ecc. Può essere di profilo o in movimento, mentre gli altri sono di fronte e statici.
Quando uno dei fratelli non è rappresentato, si può dedurre che l'autore del disegno si augura, consciamente o inconsciamente, che non faccia parte della famiglia. Quando un personaggio è svalutato è disegnato per ultimo, più piccolo oppure fuori dal gruppo, in posizione statica e con un numero limitato di dettagli. Un altro modo per svalutare un personaggio è quello di cancellarlo dopo averlo disegnato. La cancellatura è anche indice di conflitto. Ci può anche essere un personaggio aggiunto: in questo il bambino realizza a livello immaginario quelle aspirazioni che lui stesso non riesce, o non osa realizzare. 

Fonte: Grazia Pezzini, psicologa 

Immagine:google

domenica 15 dicembre 2013

Le percezioni


I bambini molto piccoli tendono a disegnare le persone o gli oggetti che sono per loro più importanti a livello emotivo di dimensioni maggiori, non tenendo in considerazione la realtà, così può accadere che un uomo rappresentante il padre sarà più grande di una casa o la mamma sarà più grande di un albero. Il bambino valuta le persone secondo il significato che hanno per lui piuttosto che secondo la loro dimensione reale. Il genitore imponente può essere disegnato con mani grandi, quello assente può essere rappresentato di dimensioni piccole o addirittura non comparire nel disegno. L'acquisizione delle misure avviene progressivamente con l'età. Nelle femmine questo avviene intorno ai dodici anni, mentre nei maschi un po' più tardi. La dimensione del disegno, insieme ad altri indicatori è utile per determinare il livello evolutivo e l'età mentale. I disegni di dimensioni piccole, le omissioni di parti importanti delle figure, esagerazioni o distorsioni, l'ingrandimento di certe parti possono far pensare a problemi nel bambino. Queste distorsioni se persistono nei disegni fino a diventare delle stereotipie possono essere indicatori di deficit, le cause possono essere rilevate in ritardi cognitivi o in carenze affettive. Per esempio le proporzioni esagerate delle mani sono viste come il simbolo di tendenze aggressive se è un autoritratto, se invece è raffigurato un genitore possono indicare un'aggressività subita o temuta. Nei disegni di bambini insicuri si osserva di frequente l'instabilità della figura che oscilla sul sostegno insufficiente di piedi piccoli.  ll significato della omissione e dell'esagerazione dipende dal’età in cui opera il bambino. La proporzione viene acquisita col tempo, così come la prospettiva: man mano che il bambino cresce la razionalità prende il sopravvento e i rapporti tra le parti diventano più realistici anche se per i temi più sentiti permangono certe sproporzioni. Se, infatti, un bambino disegna tutti gli oggetti e le persone sempre nelle loro esatte proporzioni, senza mai dare risalto a nulla in particolare, significa che la sua partecipazione emotiva a ciò che rappresenta è scarsa. La parte valorizzata può differenziarsi non solo per le dimensioni, ma anche per la sua collocazione spaziale, che è quasi sempre centrale. Più il bambino è piccolo e più le dimensioni globali dei disegni sono grandi; man mano che cresce, e il controllo dei movimenti aumenta, le dimensioni del disegno diminuiscono ed esso acquista compattezza. Non vi è nessuna correlazione tra dimensioni del disegno e intelligenza.  

Dalla lettura del libro di A. Oliverio Ferraris,  sono stata colpita dalla descrizione di un disegno di un bambino con ritardo mentale, il quale aveva una mano paralizzata. Egli si è rappresentato con un'immagine di dimensioni piuttosto grandi, dai colori vivaci, ma mentre la mano sana era di colore rosa, quella paralizzata era nera. Il bambino infatti non potendola utilizzare, la considerava morta. Mi ha colpita la semplicità con la quale questo bambino sia riuscito ad esprimere attraverso il disegno e lo strumento del colore, il rapporto che ha con il proprio corpo.

Fonti:  



A.Oliverio Ferraris, il significato del disegno infantile.

Immagine: google

venerdì 6 dicembre 2013

Lo Spazio


In genere i bambini che fanno disegni ben distribuiti sul foglio sono i più sereni.
L'uso dello spazio esprime le relazioni del soggetto con l'ambiente e le sue reazioni ad esso. La tendenza ad uscire fuori dai bordi del foglio è caratteristico dei bambini molto piccoli e di quelli ritardati, perché non hanno un buon controllo motorio. Tra i bambini più grandi questo fenomeno potrebbe indicare carenze affettive, una mancanza di fiducia in se stessi, una ricerca di attenzioni e di aiuto, una mancanza di controllo proprie delle persone insicure. L'uso di una ristretta parte del foglio è indice di insicurezza ed è tipica dei bambini insicuri. Il bambino disegna usando una piccola parte del foglio ed è sperduto di fronte ad uno spazio grande. La preferenza della parte superiore del foglio, in rapporto a quella inferiore è tipica dei bambini piccoli e tende a scomparire con l'età Corman (1961) evidenzia come la zona utilizzata dal bambino per disegnare sia espressione di un significato e le interpreta a livello simbolico: La zona inferiore della pagina è la zona degli istinti primordiali e l'esclusiva collocazione del disegno in questa parte potrebbe indicare elementi di tristezza e di depressione presenti nel soggetto. La zona superiore quella dell'espansione, dell'immaginazione è quella dei sognatori , degli idealisti. La zona sinistra è quella del passato ed è preferita da soggetti che tendono a regredire verso l'infanzia. La zona di destra è quella dell'avvenire. L'autore stesso raccomanda prudenza nell'interpretazione dello spazio secondo questo schema, perché ha realmente significato solo se convalidata da altri elementi (per es. analisi del tratto, del contenuto ecc. ). I disegni di bambini con disturbi potrebbero essere quelli collocati a ridosso dei margini del foglio, che occupano una piccola parte del foglio o un unico spazio (per es. solo la parte inferiore, destra ecc.)

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sabato 30 novembre 2013

La Linea

Le linee al di là del contenuto che rappresentano hanno in sé un elevata carica espressiva. Possono essere spesse, fini , aggraziate, angolose, verticali, a spirale ecc. Dalla loro analisi possiamo comprendere gli stati emotivi del soggetto come tristezza, depressione, gaiezza, sicurezza ecc.
Vi sono semplici regole d'interpretazione per il tratto:
-Il benessere e il rilassamento allargano e arrotondano i movimenti e i rispettivi tratti
-La vitalità si esprime attraverso tratti ricchi e abbondanti spinti verso l'alto
-L'aggressività si esprime attraverso tratti esasperati, spezzati che determinando punte e svolazzi. La sensibilità affina e diversifica i movimenti dando al tratto un piacevole chiaroscuro.

La forza e l'intensità del tratto sono indicativi dell'energia del soggetto.

Una pressione forte indica un alto livello d'energia. In età evolutiva è più frequente nei maschi che nelle femmine. Una pressione molto leggera è indice di personalità insicure, indecise, timide, forse inibite. Nei bambini tratti eccessivamente leggeri potrebbero trovarsi in soggetti educati in modo repressivo o con storie familiari di abbandono e deprivazione. Le ombreggiature e gli annerimenti se ritrovati in misura eccessiva potrebbero essere indice di ansia e a volte di aggressività.
In età evolutiva questo fenomeno è molto frequente visto le forti tensioni a cui il bambino è sottoposto e a cui non sa ancora dare risposte adeguate. Il bambino non sa gestire e canalizzare l'aggressività. Inoltre è ancora dipendente dalla madre il suo distacco può provocare ansia.

mercoledì 27 novembre 2013

"Giocando con i colori"



Vi propongo un'attività molto simpatica per far conoscere ai bambini, i colori primari, promuovendo la capacità espressiva e comunicativa:

-preparare tre piattini di colore a tempera, 
corrispondenti ai colori primari. 
-dividere i bambini in piccoli gruppi e a turno l'educatrice fa immergere una mano del bambino nel colore giallo, l'altra mano nel colore blu.
-disporre a terra tre fogli bianchi nei quali i bambini stamperanno l'impronta delle loro mani. 
-far strofinare le due mani insieme fino alla comparsa di un nuovo colore, in questo caso il verde. 
-ripetere l'operazione con combinazioni diverse dei tre colori utilizzando anche i piedi. 

Immagine:google


sabato 23 novembre 2013

L’uso del colore


La scelta del colore può fornirci utili indicazioni sulla vita emotiva del bambino. Esiste, evolutivamente parlando un parallelismo tra enfasi del colore ed emotività , per cui i bambini di tre - sei anni, sono quelli più impulsivi, hanno un forte interesse per il colore, più che per la forma del disegno. L'interesse per il colore diminuisce a mano a mano che quello per la forma aumenta. Le tonalità sono tanto più forti quanto più il bambino è piccolo, con l'aumentare dell'età subentrano le sfumature ed i toni si fanno meno violenti. Sia per l'effetto dell'insegnamento scolastico che per lo sviluppo del ragionamento i colori si raffreddano. Nella scuola materna i bambini preferiscono i colori intensi e caldi, mentre i bimbi più critici e controllati a quest'età scelgono colori freddi.
I bambini piccoli non si preoccupano che i colori corrispondano agli oggetti reali, il fanciullo usa il colore sotto la spinta delle emozioni. Per il bambino il colore come abbiamo già visto per la dimensione dell'oggetto è una proprietà contingente all'oggetto e ha per lui un valore emotivo, per cui se la mamma ha i capelli biondi disegnerà tutte figure femminili con capelli biondi., oppure il prato è sempre verde, anche quando è marrone perché la prima volta che lo ha visto era verde.
Il test dei colori inventato da Max Luscher (1949) si basa sull'assunto che la preferenza mostrata verso ciascuna tinta e le reazioni che questa provoca nel soggetto cambiano a seconda degli individui e dei momenti, pertanto il test viene utilizzato come strumento diagnostico dello stato psicofisico del soggetto. Il test contiene otto colori: 4 colori base (rosso, giallo, verde e blu) e 4 colori ausiliari (viola, marrone, grigio e nero). Questi otto colori sono usati da Luscher per descrivere quattro diversi sentimenti di sé.
Il rosso che provoca eccitazione e spinge verso l'attività denota un senso di forza e di sicurezza. La scelta del rosso corrisponde ad uno stato di attivazione, a uno slancio diretto verso la conquista, a un desiderio ardente e in espansione. Il rosso rappresenta infatti la mobilitazione di tutte le energie (sessuali ed aggressive), ad esso corrisponde la sicurezza di sé, la fiducia nelle proprie forze e capacità.
Il blu che induce alla calma e si connota come placida e profonda soddisfazione denota uno stato di soddisfatto adattamento. Fissando a lungo questo colore si produce un effetto di quiete, soddisfazione ed armonia.
Al verde corrispondono sensazioni di solidità, stabilità, forza e costanza e un comportamento caratterizzato dalla perseveranza. L'energia del verde è un'energia potenziale raccolta in se stessa che denota una tensione interiore. L'effetto di stabilità prodotto dal verde rappresenta, da un punto di vista psicologico, i valori saldi che non mutano. La scelta del verde indica inoltre autostima.
Il giallo rimanda alla radiosità che risveglia e dà calore. Suscitando una sensazione di espansione e spingendo al movimento, il giallo corrisponde a una condizione di libertà e autosviluppo. Il giallo infatti è il colore dell'illuminazione e della redenzione. Chi preferisce il giallo tende perciò al cambiamento e alla ricerca del nuovo.
Il viola, che nasce dalla mescolanza di rosso e blu, è il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia, preferito dai bambini, dalle donne incinte e dalle personalità immature. Colore tradizionale della mistica, della spiritualità ma anche della fascinazione erotica, il viola indica l'unione degli opposti, la suggestionabilità.
Il marrone corrisponde alla sensazione della corporeità. Il forte bisogno, l'indifferenza o il rifiuto verso questa tinta indicano pertanto un preciso atteggiamento verso ciò che è corporeo e materiale e verso i piaceri fisici.
Il grigio è il colore della perfetta neutralità, una terra di nessuno priva di vita. Chi lo sceglie tende alla distanza e al non coinvolgimento.
Il nero rappresenta la negazione assoluta, il "no" radicale, è la tinta dell'opposizione dietro la quale può esprimersi una rivendicazione di potere.


Immagine: google.

sabato 16 novembre 2013

Ad ogni bambino il suo modo di disegnare!



Ci sono diversi modi di disegnare:
-descrittivo: (realismo formale) ciò che viene rappresentato è molto simile alla realtà; (realismo cromatico) i colori sono quelli reali.
-narrativo: la realtà viene raccontata, sono presenti schemi emblematici, traiettorie e vi è povertà cromatica.
-ritmico: la realtà viene espressa attraverso cadenze ritmiche, la precisione dei tratti e la ricchezza cromatica.
-valutativo: la realtà viene giudicata attraverso valorizzazioni, valorizzazioni e strutture.
Ogni modalità grafica è sottesa da strutture mentali diverse. Le ricerche dimostrano che ci sono sette tipi di intelligenze e il disegno esprime quale tipo di intelligenza ha il bambino. Nel bambino descrittivo è presente un’intelligenza oggettiva (spaziale); nel bambino narrativo un’intelligenza temporale; nel bambino ritmico un’intelligenza emotiva, intrapersonale; in quello valutativo un’intelligenza sociale, interpersonale. Tutto questo comporta modalità educative diverse: un bambino descrittivo preferisce le spiegazioni; quello narrativo i racconti; quello ritmico ha bisogno di un clima affettivo; quello valutativo necessità autorità.
Ogni bambino può sviluppare diverse intelligenze fino a raggiungere soddisfacenti livelli di competenza in ognuna di esse se messo nelle condizioni appropriate di incoraggiamento, arricchimento e istruzione.

Fonte: Osvaldo Ferrari, Psicopedagogista esperto in educazione iconica. 
Immagine: google.



giovedì 7 novembre 2013

Quali sono le funzioni principali del disegno?

Alle origini l’attività grafica è essenzialmente un fatto organico: il segno è la conseguenza del gesto che descrive la sua traiettoria su una superficie capace di registrarla. In un determinato momento il bambino scopre che c’è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti.
Il disegno stimola il bambino a riflettere su se stesso, sulla sua famiglia, sull'ambiente che lo circonda permettendogli di porsi domande e facendogli acquisire gradualmente coscienza di sè, degli altri e del mondo; lo sollecita a cercare un sistema di segni e successivamente di strutture grafiche sempre più chiare  e comprensibili che gli permettono di comunicare con l'adulto esprimendo i propri vissuti. Il disegno ha anche una funzione terapeutica perchè permette di esprimere le proprie paure e di affrontarle. Il bambino trova nel disegno un mezzo di espressione della sua mentalità, egli si proietta in esso, esprimendo i suoi conflitti, trasportandoli dentro al disegno e quindi sdrammatizzandoli.


Fonte: A. Oliverio Ferraris, Il significato del disegno infantile.

giovedì 31 ottobre 2013

Le fasi del disegno:


Lo scarabocchio




-lo scarabocchio: compare intorno ai 18 mesi, il bambino lo produce per il piacere legato al movimento e per la soddisfazione di osservare  la traccia nel foglio;








-diagrammi e combinazioni: a 2-3 anni compaiono forme ricorrenti come cerchi e quadrati, spesso vengono combinati insieme. I bambini non vogliono rappresentare qualcosa con i disegni perché lo reputano troppo difficile, quando trovano una somiglianza con qualche elemento della realtà lo identificano con esso (realismo fortuito);


Il disegno della scuola



-fase pittorica: compare intorno ai 4 anni assieme all’intenzionalità rappresentativa, vi sono limitazioni dovute alle scarse capacità (realismo mancato);







Realismo intellettuale




-realismo intellettuale: dai 5 ai 7 anni, il bambino rappresenta tutti i particolari, anche quelli che non sarebbero visibili ad occhio nudo;










Conservatorismo

-conservatorismo: ricorso a schemi grafici peculiari, il bambino riproduce degli schemi mentali ossia la rappresentazione mentale dell’oggetto;






-realismo visivo: fine scuola elementare, i bambini iniziano a disegnare secondo le convenzioni adulte, si cerca di raffigurare gli oggetti così come si vedono.


Fonti: R.Vianello, Psicologia dello sviluppo; Bergamo, Junior, 1998.

mercoledì 23 ottobre 2013

Disegno ed espressione


Il disegno  è espressione del mondo del bambino, in modo autentico e immediato; per certi aspetti lo si può mettere in relazione al gioco. Ha in comune con esso alcuni elementi come la libertà di creare espressioni nuove inedite, l’immaginazione, cui non è posto alcun limite, la rappresentazione della realtà secondo criteri propri. Gioco e disegno sono  i primi segni di contatto che il bambino, anche quello molto piccolo, ha con il mondo esterno, e costituiscono per lui un legame con la società che lo circonda. Il disegno e il gioco sono insieme segno dell’evoluzione infantile e uno strumento di questa maturazione. Il disegno conserva le sue caratteristiche di libertà espressiva anche in età più avanzate che non il gioco. Nei disegni che fa, il bambino rielabora ricordi, ripercorre le esperienze che lo hanno toccato, rivela la sua personalità, mentre ne viene aiutato il suo sviluppo personale globale.  Il disegno è un mezzo di indagine per l’educatore, che può riuscire, attraverso  un’interpretazione anche non troppo approfondita  del disegno infantile, a capire il rapporto che il bambino ha con la realtà e con gli adulti più significativi che lo circondano, per esempio con i genitori.

Fonte: Maria Teresa Maiocchi; L’evoluzione psicologica dell’uomo
Immagine: google.


martedì 15 ottobre 2013

Un pò di storia...

Il linguaggio figurativo compare circa 40-35 mila anni fa presso le comunità di popoli cacciatori raccoglitori all’interno di gruppi europei di Homo sapiens. E’ un sistema codificato di comunicazione non verbale che si caratterizza per una certa variabilità tecnica (pittura, incisione, ecc..) e per la canonicità dei temi quali figure zoomorfe e figure umane. (Chiarelli, 2003). L’arte umana può essere indagata con un approccio multidisciplinare (Van Damme, 2003).
Il disegno infantile può dar luogo a comparazioni di grande interesse e nelle sue diverse fasi potrebbe essere paragonato all’arte preistorica (Luquet, 1927). 
Negli studi sullo sviluppo del disegno infantile si possono individuare due linee di pensiero, che rispecchiano il confronto tra un approccio universale e uno legato al contesto.
La prospettiva universale sostiene che i bambini di tutte le culture progrediscono nel disegno attraversando le stesse fasi grafiche. L’altra prospettiva sostiene che lo sviluppo pittorico è influenzato dal contesto di appartenenza (Inghilleri et al., 1992).
Lo studio del disegno infantile è da tempo oggetto di studio; i primi ad occuparsene furono Cooke (1885) e Ricci (1887). Molte ricerche hanno dimostrato analogie nel grafismo infantile e suggeriscono una successione di stadi nella sua evoluzione.
Perché un bambino giunga a fare un disegno è necessario che si attivi una serie di processi cognitivi. Il disegnare richiede un controllo oculo-motorio particolarmente raffinato per consentire che ad una serie di linee sul foglio si possa attribuire una forma e un significato. Tutto questo non avviene prima dei 2 anni, età in cui la maturazione del sistema nervoso non è ancora completa ma consente di praticare i primi scarabocchi dotati di significato. (Tallandini Valentini,1990).

giovedì 10 ottobre 2013

Il Piccolo Principe



"…Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi domandando se il mio disegno li spaventava. Ma mi risposero: Spaventare? Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello? Il mio disegno non era un disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinchè vedessero  chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa… mi risposero di lasciar da parte i boa, sia dal di fuori che di dentro, e  di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. Fu cosi che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera da pittore. Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disanimato…” Credo che questo pezzo tratto dal "Piccolo Principe" sia molto significativo per far riflettere sul fatto che un bambino che non riesce a far capire all'adulto ciò che vorrebbe comunicare attraverso il disegno, se non si sente apprezzato e capito è probabile che rinunci ad utilizzare questo importante strumento per comunicare. In questo modo si perde la possibilità di conoscere una parte importante della personalità del bambino.

Fonte: Antoine De saint Exupery, Il piccolo principe

giovedì 3 ottobre 2013

Benvenuti nel mio blog!!!




"Il disegno è la disciplina per mezzo della quale riscopro costantemente il mondo. Ho imparato che le cose che non ho disegnato non le ho mai viste veramente, e che quando mi metto a disegnare una cosa qualsiasi essa mi si rivela straordinaria, un puro miracolo."                                                                 
                                                                                                                                                           Frederick Frank


Il disegno è una disciplina che mi ha sempre affascinata, credo sia un mezzo potentissimo per esprimere le proprie emozioni e sensazioni, la realtà circostante, i propri vissuti. In questo blog voglio approfondire l'importanza del linguaggio grafico-pittorico nei bambini.

Fonte: Immagine da google