Nel disegno libero il bambino rappresenta volentieri
ciò che ama e ciò che teme, ciò che lo interessa, ciò cui aspira.
La casa è uno dei temi più rappresentati: essa
simboleggia il rifugio, il calore familiare. Può essere accogliente, con un
viale fiorito, grandi aperture verso l'esterno, tendine colorate alle finestre,
un camino che fuma, tutto insomma che indica che la casa è abitata e che la
vita all'interno si svolge serenamente. Ma la casa può anche essere
respingente, senza colori, con finestre minuscole, senza il comignolo, senza
entrata e con un viottolo di accesso chiuso. Possono anche esserci siepi, muri
di cinta che la isolano dal resto del mondo. La casa respingente ha significati
diversi a seconda dell'età: tra i 5 e gli 8 anni, indica timidezza e
attaccamento alla madre. Dopo gli 8 anni sentimento di inferiorità e
isolamento.
Quando la famiglia è disunita, la casa è divisa in
due, spesso ha anche due diverse entrate: una parte della casa simboleggia la
vita familiare imposta, l'altra la famiglia vera. Quando invece di avere la
solita forma la casa è un castello, può esser o il rifugio ideale se ha forme e
colori attraenti, oppure la prigione, oppressiva, quando ha un aspetto cupo e
cadente.
Anche il sole compare spessissimo nei disegni
infantili: per alcuni studiosi il sole è il simbolo del padre ideale. Quando i
rapporti tra padre e figlio sono buoni, questa immagine brilla nella sua
interezza, se i rapporti non sono buoni, il sole scompare dietro ad una
montagna, oppure ne compare una pallida fetta all'orizzonte.
L'inserimento di uno o più animali in un disegno può
avvenire per motivi diversi; può darsi che il bambino viva a contatto con
animali (es. campagna), ma se nella realtà l'animale non esiste e tuttavia nel
disegno gli viene dato grande risalto, può essere che il bambino, non osando
raffigurare sé stesso in una situazione che lo colpevolizzerebbe, preferisca
proiettare i propri sentimenti, atteggiamenti e desideri sull'animale e far
svolgere a lui la parte che egli non ha il coraggio di fare. Un bambino, per
esempio, può esprimere più o meno inconsciamente, la sua aggressività verso il
fratellino più piccolo, e contemporaneamente il senso di colpa che ne deriva
disegnando un lupo che minaccia il piccolo nella culla, mentre i familiari
accorrono per ammazzare il lupo.
L’autoritratto che il bambino disegna esprime la
percezione che egli ha del suo corpo e dei suoi desideri. Se un omino è
armonioso nel suo insieme, ci sono delle buone possibilità che il bambino in
questione sia ben adattato. Al contrario, se l'omino è di dimensioni molto
ridotte e nel foglio è situato in basso o in un angolo, ciò può significare che
il bambino sottovaluta sé stesso e si sente inferiore agli altri. Anche
l'assenza di mani e di braccia può essere sintomo di sottovalutazione e
d’insicurezza. Il bambino che ha una stima smisurata di sé, disegna l'omino di
proporzioni enormi. Il semplice disegno di un omino quindi, inserito o meno in
un contesto, può fornire interessanti indicazioni sulla personalità del
bambino. Si possono trarre informazioni sull'immagine che il bambino ha del
proprio corpo in base alla presenza di certi dettagli e al modo in cui le varie
parti del corpo sono sviluppate o tralasciate: se il bambino ha un’imperfezione
fisica, questa è spesso raffigurata ed enfatizzata, ad esempio il sordo curerà
la parte del disegno riguardante l'orecchio, il poliomielitico l'arto colpito e
così via. Un comportamento sintomatico, ma opposto, può essere il tralasciare
in maniera clamorosa proprio la parte colpita.
Un'estensione dell’autoritratto può essere considerata
la rappresentazione del gruppo dei coetanei. Infatti, disegnando un gruppo di
bambini il soggetto finisce per proiettare la sua posizione reale nel gruppo
(leader, gregario, isolato) e i suoi rapporti con gli altri bambini. E' molto
differente se il bambino disegna sé stesso al centro di un girotondo o come uno
dei tanti che fanno parte del cerchio. I disadattati si pongono ai margini del
gruppo o addirittura si rappresentano completamente soli.
La famiglia:ogni bambino ha un suo particolare modo di
vivere i rapporti con gli altri membri della famiglia, che dipende oltre che
dal suo temperamento, anche dal sesso e dalla posizione che occupa nella
gerarchia familiare. I componenti di una famiglia affiatata sono generalmente
rappresentati mentre svolgono insieme un'attività comune o si tengono per mano.
Il bambino disegna sé stesso vicino al personaggio con cui si sente più a suo
agio o che ama di più. Se al contrario un bambino pensa per esempio che la
sorella sia più amata dai genitori, disegna la bambina in mezzo alla coppia e
colloca sé stesso in un'altra parte del foglio lontano dal gruppo. Quando un
bambino si sente completamente isolato dagli altri membri della famiglia, li
separa in vario modo: collocandoli ognuno in una stanza diversa, separandoli
con linee verticali o orizzontali, o altri elementi come alberi, steccati, ecc.
Il personaggio valorizzato è spesso il primo ad essere
disegnato, perché è il primo a cui il bambino pensa e su cui concentra la sua
attenzione. Le dimensioni del personaggio principale sono quasi sempre
superiori a quelle degli altri; è anche il più curato nei dettagli, ha più
accessori di prestigio come la pipa, la borsetta, la collana ecc. Può essere di
profilo o in movimento, mentre gli altri sono di fronte e statici.
Quando uno dei fratelli non è rappresentato, si può
dedurre che l'autore del disegno si augura, consciamente o inconsciamente, che
non faccia parte della famiglia. Quando un personaggio è svalutato è disegnato
per ultimo, più piccolo oppure fuori dal gruppo, in posizione statica e con un
numero limitato di dettagli. Un altro modo per svalutare un personaggio è
quello di cancellarlo dopo averlo disegnato. La cancellatura è anche indice di
conflitto. Ci può anche essere un personaggio aggiunto: in questo il bambino
realizza a livello immaginario quelle aspirazioni che lui stesso non riesce, o
non osa realizzare.
Fonte: Grazia Pezzini, psicologa
Immagine:google